Per compiere una stima sull’andamento futuro del commercio elettronico e non, è essenziale analizzare attentamente le tendenze che hanno dominato il passato.
A partire dagli anni 2000, l’e-commerce ha beneficiato dell’avvento dei social media, del mobile commerce e di soluzioni di pagamento online più sicure e convenienti per il cliente. Questi sviluppi hanno aperto nuove opportunità per le imprese di settore, permettendo di offrire ai clienti un’esperienza diretta, immediata e coinvolgente.
Successivamente, nel 2023, il commercio elettronico ha raggiunto una svolta senza precedenti, segnando una nuova era di interconnessione globale e di crescita della cultura digitale. La maturità raggiunta con l’AI, la crescita della realtà aumentata/virtuale e la personalizzazione basata sui dati personali hanno ulteriormente migliorato l’esperienza del cliente rendendo il commercio elettronico un fenomeno perfettamente integrato nella vita quotidiana.
In termini economici, questo si traduce in un aumento del valore di mercato italiano del 13% rispetto al 2022. Secondo una ricerca del Politecnico di Milano, solo il mercato B2C ha superato un introito annuo di 54,2 miliardi di euro, raggiungendo insieme al mercato B2B un totale di 75,9 miliardi di euro.
Ma quali sono i fattori che hanno contribuito al raggiungimento di questo risultato?
Il 2023 ha rappresentato l’esplosione e l’integrazione dell’A.I. nell’ecommerce e in tutte le attività di creazione, promozione e vendita che gravitano intorno al business model. Superata la fase euforica iniziale, l’attenzione deve ora focalizzarsi non tanto sull’A.I. in sé, ma su come integrarla con successo in un modello organizzativo in crescita.
Oggi l’A.I. gioca un ruolo importante nelle operazioni quotidiane di un gestore di un e-commerce: dalla produzione di contenuti all’analisi dei dati, dalla reportistica al targeting per l’advertising. Questa integrazione profonda ha richiesto l’adozione di meccanismi automatici, che, da un lato, possono (talvolta) ridurre il controllo diretto, ma, dall’altro, operano su una base dati molto più estesa del passato.
Il cambiamento è inevitabile, ma è necessario dimostrare proattività per plasmare questa trasformazione secondo gli obiettivi e i valori aziendali, traendone parallelamente un beneficio economico.
Quali sono le altre tendenze che hanno caratterizzato il 2023?
Una delle tendenze predominanti è stata la personalizzazione del percorso del cliente.
Un report condotto da Mckinsey dimostra che i consumatori richiedono -sempre di più- esperienze di acquisto che non siano solo convenienti, ma anche altamente personalizzate, se non uniche. Il 71% dei consumatori si aspetta che le aziende interagiscano con loro in modo personalizzato e il 76% si sente frustrato quando ciò non accade.
In questo contesto, il machine learning, la segmentazione avanzata e la gestione cross-channel di tutti i touchpoint avranno un ruolo cruciale nell’analisi dei dati dei consumatori, per offrire suggerimenti di prodotti e offerte personalizzate. A fronte di questo, sarà necessario adottare un approccio strategico in cui ogni canale di comunicazione è considerato parte di un macro-sistema nella quale interagisce per progettare esperienze d’acquisto uniche.
Per alcuni settori, la realtà aumentata/virtuale potrebbe trasformare l’esperienza dello shopping online in un fenomeno ancora più immersivo, perfettamente integrabile con l’esperienza in store.
Uno studio condotto dalla Harvard Business Review dimostra che l’AR/VR riduce l’esitazione dei consumatori durante il checkout, e può comportare un tasso di conversione più elevato del 20%.
Una ricerca simile, condotta da Deloitte, afferma che il 71% dei consumatori è più propenso ad aumentare la frequenza di acquisto se l’ecommerce è dotato di strumenti basati su AR/VR.
Specialmente in alcuni settori, come il beauty e il design, gli utenti hanno la necessità di visualizzare i prodotti in contesti reali prima di effettuare l’acquisto, ma è una tecnologia in grado di impattare qualsiasi nicchia merceologica. Per stimolare gli acquisti, molti proprietari di e-commerce hanno arricchito la propria offerta con strumenti virtual try-on o showroom virtuali per permettere ai consumatori di visualizzare -ed eventualmente testare- prodotti, o visitare luoghi senza essere effettivamente presenti in loco. Insomma se c’è una cosa certa è che, introdotti secondo una corretta strategia, gli strumenti di ar/vr sono in grado di:
Inoltre, è interessante notare come la realtà virtuale abbia impattato le performance commerciali dei brand nella loro totalità, non solo quelle provenienti da negozi online. Attraverso lo sviluppo di applicazioni per smartphone, totem fisici e strategie di “click & collect” i brand sono riusciti ad aumentare le performance offline, dimostrando di fatto la direzione omnicanale che seguirà il mercato attuale.
Coerentemente con la curva di crescita positiva registrata negli ultimi decenni, si stima che il mercato del commercio elettronico crescerà ulteriormente, andando ad impattare il commercio globale in tutte le sue declinazioni.
I dati statistici rilevati affermano che intorno al 2026, il mercato globale avrà un valore di oltre 8000 miliardi di euro, a fronte dei 6000 del 2023.
L’innovazione continuerà a guidare il settore con nuove tecnologie emergenti che contribuiranno ad influenzare i comportamenti d’acquisto e i trend di consumo. Solo le aziende che riusciranno ad adattarsi rapidamente alle nuove tecnologie e alle aspettative dei consumatori saranno quelle che prospereranno maggiormente in futuro.
Inoltre, temi protagonisti del 2023 come la tutela della privacy del consumatore e la sostenibilità ambientale continueranno ad influenzare le scelte dei consumatori grazie alla crescente consapevolezza delle persone in relazione ai temi citati.
Soffermandosi sui valori di cui l’ecommerce si è reso portavoce in origine -quali risparmio, velocità, comodità- è necessario ammettere che esso non ha sempre (e in tutti i casi) posto il concetto di salvaguardia ambientale come priorità dichiarata o come valore esplicito. Ieri come oggi, porre il consumatore e le sue necessità al centro, ha sempre rappresentato una leva commerciale potente per le performance dei marchi; che ad esempio, hanno cercato di ridurre gradualmente il tempo delle spedizioni, a discapito delle emissioni prodotte dai veicoli utilizzati in catena logistica.
Tuttavia, questo non significa che attualmente il commercio elettronico rappresenti ancora un qualcosa di diametralmente opposto al concetto di eco-sostenibilità: sono numerose le strategie che nel panorama commerciale odierno limitano l’inquinamento generato dall’industria, muovendosi verso un commercio più etico e sostenibile; anche se talvolta non risulta l’opzione più economica.
Il cambiamento culturale, politico ed economico in atto, sta trainando di fatto un’intera industria, che in questo momento non può più sottrarsi alla responsabilità ambientale collettiva. Ovviamente, questo è possibile anche grazie all’appoggio dei consumatori (specialmente le nuove generazioni) che si sono resi conto dell’importanza del tema e di quanto quest’ultimo influenzi ogni aspetto della vita quotidiana.
Per questa ragione, le ricerche ci confermano che i consumatori si orienteranno sempre di più verso brand che dimostrano un impegno nei riguardi della sostenibilità ambientale. Questo spingerà le aziende di e-commerce a rivedere le proprie catene di approvvigionamento e di packaging per adottare soluzioni più ecologiche e per seguire accuratamente la domanda di mercato.
A proposito di questo, una ricerca condotta da Statista stima che il picco di emissioni prodotte dalle spedizioni sarà raggiunto nel 2025, per poi diminuire proporzionalmente di anno in anno.
Infine, con l’incremento dell’uso dei dati per personalizzare l’esperienza d’acquisto e le restrizioni sull’uso dei cookie, sorgono preoccupazioni sulla privacy e sul tracciamento dei dati.
Le aziende dovranno trovare un equilibrio tra l’uso innovativo dei dati dei consumatori e la conformità alle normative sulla privacy. In questo contesto, l’uso intelligente dei cosiddetti “first party data” o dati proprietari, diverrà essenziale per supportare una strategia di segmentazione e fidelizzazione a lungo termine del proprio pubblico.
La direzione intrapresa dai colossi del mercato mostra chiaramente che verrà sempre più premiato il legame reale costruito con la propria audience, a discapito di acquisti “distratti”.
Quello che stiamo vivendo è un momento cruciale, in cui le imprese devono adattarsi rapidamente alle nuove tecnologie e alle aspettative mutevoli dei consumatori per offrire un servizio di qualità, senza mai perdere di vista i valori etici e sociali, anch’essi fondamentali. Solo in questo modo l’industria potrà giovare di uno sviluppo sostenibile e attento alle necessità collettive.
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